Un albero che racconta la nostra storia
Quando si parla di alimentazione e benessere, spesso pensiamo solo a cosa mettiamo nel piatto, ma il modo in cui mangiamo, viviamo il nostro corpo e gestiamo le emozioni nasce molto prima — affonda le sue radici nella nostra storia familiare.
Il genogramma è uno strumento che ci aiuta proprio a esplorare queste radici.
È simile a un albero genealogico, ma più completo in quanto evidenzia le relazioni, i ruoli, le emozioni e i modelli che si ripetono di generazione in generazione.
Attraverso il genogramma possiamo dare forma visiva alla nostra storia e iniziare a vedere come alcune dinamiche — anche inconsapevoli — abbiano influenzato il nostro modo di vivere il cibo, il corpo e le relazioni.
Perché può essere utile in un percorso nutrizionale
Nel mio lavoro di nutrizionista, integro il genogramma nei percorsi che uniscono nutrizione, consapevolezza e ascolto del corpo.
Spesso dietro alle scelte alimentari si nascondono:
- convinzioni familiari (“bisogna finire tutto nel piatto”, “chi è magro ha più successo”);
- ruoli appresi (“sono io che devo occuparmi di tutti”, “se cucino, mi sento amata”);
- emozioni tramandate o mai espresse (colpa, paura, controllo, bisogno di approvazione).
Il genogramma ci aiuta a dare un senso a queste connessioni: non per cercare colpe, ma per comprendere come la nostra storia influenzi il presente.
E solo quando diventiamo consapevoli di questi meccanismi possiamo iniziare a scegliere in modo libero e autentico.
Dal cibo come controllo al cibo come ascolto
Il cibo può assumere tanti significati diversi: può essere una forma di amore, di compensazione, di punizione o di sicurezza.
Attraverso il genogramma impariamo a riconoscere questi significati, a capire da dove vengono e come oggi condizionano le nostre abitudini.
Un esempio semplice: chi è cresciuto in una famiglia dove il cibo era una forma di affetto, può aver imparato a “mangiare per sentirsi accolto”.
Chi invece ha vissuto regole rigide, può sviluppare un rapporto di controllo e colpa verso ciò che mangia.
Conoscere la propria storia significa trasformare il modo in cui ci nutriamo, portando il cibo da strumento di compensazione a gesto di consapevolezza e cura.
Un atto di ascolto e di libertà
Disegnare il proprio genogramma non è un esercizio tecnico, ma un atto di ascolto.
È un momento in cui ci si ferma per osservare con rispetto la propria storia, riconoscendo ciò che si vuole conservare e ciò che si desidera cambiare.
In questo modo, il genogramma diventa una mappa per capire da dove veniamo e scegliere dove vogliamo andare.
Un passaggio prezioso in ogni percorso di crescita, anche alimentare: perché solo conoscendo le nostre radici possiamo davvero nutrire il cambiamento.
Fonti tratte da De Pascale, A. (2014). Disturbi delle condotte alimentari. L’approccio del cognitivismo sistemico postrazionalista. Alpes Italia; McGoldrick, M., Gerson, R., & Petry, S. (2008). Genograms: Assessment and Intervention. W.W. Norton & Company.